Stabilimento Florio a Favignana, il museo tonnara che fa rivivere la storia dell'isola
Tra le tappe più consigliate del tuo viaggio a Favignana, lo Stabilimento Florio è la testimonianza più significativa di cosa ha rappresentato la pesca del tonno rosso a Favignana. Appartenuto alla potente famiglia Florio, oggi il complesso industriale è stato propriamente restaurato e destinato alle vivaci attività culturali dell’isola. In questo articolo scoprirai cosa aspettarti visitando la ex tonnara di Favignana alla scoperta della storia di luoghi e persone che animarono questo luogo fino agli anni 70 del ‘900.
La tonnara di Favignana e lo stabilimento
La pesca del tonno rosso a Favignana ha radici molto più antiche di quelle che si fanno risalire ai Florio. Prima di loro, la Tonnara di Favignana appartenne ai Pallavicini, famiglia genovese che nel 1841 decise di dare in affitto la tonnara a Vincenzo Florio. Ceduti i diritti di pesca e la proprietà delle Isole Egadi ai Florio, dal 1874 la gloria della tonnara è univocamente legata all’attività e agli investimenti che la famiglia di industriali palermitani fece sullo stabilimento.
Dopo un’importante ristrutturazione e ampliamento del complesso industriale con l’area dedicata alla conservazione del tonno, Ignazio Florio, figlio di Vincenzo iniziò proprio qui una rivoluzione che avrebbe cambiato per sempre il commercio del tonno in tutto il mondo. La cottura a vapore e la conservazione del tonno sottolio in latta con apertura a chiave è dovuta all’intuizione che ebbe proprio Ignazio Florio e che trasformò lo Stabilimento nel più importante centro di produzione di tonno in scatola per oltre 70 anni.
Il museo della tonnara a Favignana
Gli spazi dello Stabilimento Florio sono stati restaurati tra il 2003 e il 2009. Oggi i 32 mila ettari della Ex tonnara sono diventati un museo di archeologia industriale. Durante la bella stagione è possibile visitare l’antica fabbrica del tonno rosso con visite guidate che portano i visitatori a scoprire la storia dello stabilimento e a far rivivere i tempi delle mattanze del tonno e dei processi produttivi che qui si svolsero fino agli anni ‘70.
Il percorso di visita allo stabilimento introduce ad ampi spazi coperti, anticamente riservati all’inscatolamento del tonno e in cui sono esposte le latte storicamente commerciate dall’azienda, con i loro colori e design originali. Accanto agli ambienti riservati alle operaie, all’esterno del laboratorio si innalzano 3 altissime canne fumarie collegate alle caldaie in cui il tonno veniva cotto a vapore. Proseguendo la visita, a ridosso del mare invece, gli ampi spazi aperti erano riservati alla prima lavorazione del tonno appena pescato, mentre un grande magazzino collegato al mare da cancellate in ferro era riservato alla custodia delle muciare, le antiche barche dei tonnaroti utilizzate durante la pesca dei tonni, tuttora visibili nel museo in alcuni esemplari ben conservati.
Ma gli spazi del museo-tonnara di Favignana riservano anche una sorpresa che proviene dalle viscere del passato e racconta la storia di Favignana e delle Isole Egadi risalente a tempi lontanissimi. Un’area dello Stabilimento Florio è riservata ad ospitare reperti archeologici di origine romana e Cartaginese. La collezione di reperti archeologici è una tra le più significative a livello storiografico per la ricostruzione di alcune delle battaglie navali svoltesi nel III secolo a.C tra Romani e Cartaginesi. In particolare, i ritrovamenti sono testimoni della Battaglia delle Egadi, svoltasi nel 241 a.C nello specchio d’acqua tra le isole di Favignana e Levanzo.
La battaglia, considerata decisiva per la vittoria romana delle Prima Guerra Punica sul popolo cartaginese, è stata ricostruita grazie ai ritrovamenti sui fondali sabbiosi dell’arcipelago avvenuti tra il 2002 e il 2008. Fanno parte della collezione elmi in metallo appartenuti ai soldati, anfore per il trasporto di viveri ma soprattutto i rostri, elementi di bronzo appartenuti alle navi cartaginesi e romane che servivano a speronare le imbarcazioni nemiche durante l’affiancamento.
Il centro di recupero per tartarughe marine
Una seconda sorpresa aspetta i visitatori dello Stabilimento. Dal 2015 all’interno della ex Tonnara è presente un centro di Recupero per Tartarughe marine in difficoltà. Qui gli esemplari recuperati negli specchi d’acqua tra Trapani e Mazara del Vallo sono avviati a un processo di riabilitazione per il recupero di tutte le capacità fisiche compromesse e al termine del percorso vengono rimesse in acqua.
Le tartarughe recuperate sono spesso vittima delle attività umane come l’abbandono di rifiuti in plastica o di reti da pesca. Molti animali rimangono impigliati in ammassi di materiale plastico, in alcuni casi perdendo anche l’uso delle loro pinne. Il centro si impegna a salvaguardare gli esemplari di Tartaruga e l’ecosistema marino di tutta l’area dell’arcipelago e limitrofe. Il centro è gestito dall’ente dell’Area Marina Protetta delle Egadi in collaborazione con associazioni ambientaliste come WWF e Legambiente e grazie al finanziamento pubblico e privato.